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Giulia e le vibrazioni, la musica come riabilitazione a 360 gradi.

Non è raro imbattersi in Sordi, quelli con la S maiuscola e cioè persone che pur senza l’ausilio di protesi acustiche e/o impianto Cocleare fanno della musica un punto centrale della loro vita. C’è chi suona il pianoforte o altri impensabili strumenti, c’è chi canta canzoni rap e le traduce simultaneamente anche nel linguaggio dei segni.

Sicuramente per arrivare a tanto vi è bisogno di un certo talento, sotto questo aspetto è importantissimo il ruolo del terapeuta che si prende cura di questi ragazzi e li stimola a scoprire quelle qualità che altrimenti rimarrebbero sopite per sempre.

Questo fa si che i Sordi facciano e soprattutto ascoltino musica e vi garantiamo che non sono affatto pochi.

Molti di noi hanno visto la puntata di “Che ci faccio qui” di lunedi 29 marzo 2021, condotta dal bravissimo giornalista Domenico Iannacone (al seguente link vi è il collegamento per rivederla sulla piattaforma RAIplay, sottotitolata) in cui Giulia Mazza, sorda profonda e immersa fin dalla nascita nel silenzio ma anche nelle note di una famiglia molto musicale (nonni e genitori erano musicisti) da bambina ha incontrato la musicoterapeuta Giulia Cremaschi Trovesi e con essa ha iniziato a studiare il violoncello in una scuola di musica in cui era l’unica bambina sorda. Il violoncello, scelto in quanto idealmente è lo strumento che più trasmette a livello corporeo ogni singola nota in quanto la sua forma permette di percepire le vibrazioni attraverso il contatto con il corpo e inoltre esso ha un’estensione di frequenze simile a quella della voce umana, questo secondo aspetto, non assolutamente di secondo piano, ha fatto in modo di facilitare e di  introdurre Giulia alla comunicazione vocale e gli ha consentito nel tempo di apprendere un linguaggio orale pressoché perfetto.

Oggi Giulia ha 35 anni ed è assolutamente cosciente del suo talento tanto da tenere anche alcuni concerti. Vederla suonare, sapendo che le sue orecchie non sentono, è un’esperienza assolutamente da brividi. Nell’intervista di RAI 3 afferma di immaginare la musica e sentirla con gli occhi chiusi come un qualcosa che smuove emozioni. Il suo modo di “sentire” come quello di tantissimi Sordi è strettamente collegato alle immagini visive e la sua frase in cui afferma che “i pensieri sono cose, allora anche la musica è qualcosa” è un affermazione che da sola dice tutto.

Chi sente normalmente pur sforzandosi difficilmente riuscirà ad immedesimarsi in chi suona uno strumento affidandosi alle sole vibrazioni, ma vogliamo rassicurare, anche la maggioranza di chi non sente e chi sente poco ha la stessa difficoltà ad immaginare il miracolo che Giulia compie con tutta la sua naturalezza ogni giorno, regalandoci emozioni.

Una bellissima testimonianza da non perdere assolutamente.
Rivedi su RAIPLAY: Viaggio tra gli invisibili, Che ci faccio qui. Episodio Giulia e Giulia, sono attivabili i sottotitoli per non udenti.