ESPERIENZE: Intervista a Giampiero Tamagno
Il percorso di Giampiero, che tra incertezze, dubbi e conferme sottolinea come l’avvicinamento all’impianto cocleare non sia assolutamente facile e scontato.
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Giampiero Tamagno, ritorno all'udito..... a colori
Buongiorno Giampiero, ci racconti la storia che ti ha portato all'impianto Cocleare?
Nel 1967 , all'età di 30 anni ho avvertito i primi sintomi della diminuzione del mio udito: più accentuato all' orecchio sinistro. Anche l'esame audiometrico rivelò l'inconveniente. Contattai alcuni medici ORL, allora di fama a Torino, ma nessuno seppe individuare la causa e l'opportuno rimedio. A nessuno dei miei antenati era capitata questa patologia. Alcuni otorini osarono pensare che fosse attribuibile da una passata influenza probabilmente di tipo virale. Senza ulteriori esami mi fu detto che probabilmente il virus aveva intaccato il nervo acustico e non ci poteva essere rimedio. Mi dissero che potevo diventare completamente sordo nel giro di sei mesi. Mi vennero prescritte medicine di carattere generale (Vitamina A, Vitamina Bl2......). Intanto il peggioramento proseguiva purtroppo. Trascorsi i sei mesi predetti ancora sentivo, purtroppo l'orecchio sinistro dava maggiori segni di cedimento.
Ad un certo punto è stato importante passare all'utilizzo delle protesi acustiche, lo confermi?
Cominciai ad usare la protesi acustica retro auricolare all'orecchio Destro. Passai nel tempo a protesi sempre più potenti fino al 1990 quando usufruii ancora per pochi mesi una protesi a scatola. Nel frattempo ero stato a Parigi dal Prof. Sultan e a Bezier dal Prof. Causse. A Bezier mi venne eseguito l'esame del promontorio e diagnosticarono l'efficienza del nervo acustico proponendomi di intervenire chirurgicamente per l'impianto cocleare. Ho soprasseduto per paura dell'intervento e per la lontananza da Torino. Nel 1990 più nessuna protesi poteva servirmi. Diventai escluso completamente ai suoni. Contavo solo più della buona capacità della lettura labiale acquisita nel tempo.
Difficolta nel mondo del lavoro?
La lettura labiale mi ha permesso di continuare il lavoro di responsabilità che occupavo in una azienda di Torino. Questa posizione mi obbligava a frequenti rapporti con fornitori e clienti. Nei contatti telefonici ero obbligato ad avvalermi dell'aiuto di un mio collaboratore. Alle riunioni di lavoro, se ero in difficoltà, la segretaria mi scriveva l'argomento in discussione e riuscivo inserirmi avendo a mio favore l'esperienza lavorativa ormai ampia. Più difficili erano i raduni conviviali: quando non riuscivo ad esonerarmi mi prodigavo ad iniziare per primo l'argomento di discorso. In quel periodo andai pure in Germania per la definizione di un progetto . Mi accompagnava il direttore commerciale che fungeva pure da interprete. Non conoscendo la lingua ogni argomento era proposto dal mio accompagnatore sulle cui labbra leggevo con disinvoltura. Dopo una settimana di lavoro mi disse: "...sa che questi tedeschi hanno capito che lei non sa il tedesco ma non si sono resi conto della sua sordità....."
In famiglia hai avuto delle difficoltà?
La famiglia è stata la mia forza, sempre! Mi è stata di grandissimo aiuto mia moglie. Lei con impegno si è trovata costretta ad accollarsi l'onere maggiore nel seguire i figli a scuola e attività ad essa connesse. Guidavo la macchina e lei accanto con una lavagnetta mi proponeva argomenti, avvisi, attenzioni... Mi metteva al corrente di tutto ed era lei a prodigarsi nella ricerca di vie nuove da cui trarre benefici.
1995: Ad un certo punto però l'impianto diventa (come per molti) la scelta obbligata, erano ancora gli albori per questo genere di operazioni, ci racconti come hai vissuto questo particolare periodo e se eventuali aspettative hanno avuto poi conferma per la tua rinascita uditiva?
Nel 1995 mia moglie organizzò una mia partecipazione ad una conferenza al LARC di Corso Venezia, dove il Dott. Paolo Solero illustrava l'impianto cocleare che andava eseguendo presso la Clinica Audiologica dell'Ospedale Molinette di Torino. Il Dott. Solero mi propose un ricovero ospedaliero di quattro giorni per verificare con gli esami l'opportuna idoneità all'intervento. Ero impaziente a far trascorrere quei quattro giorni ed ero preoccupato per questo nuovo intervento. Pensavo quasi di soprassedere quando incontrai una signora più anziana di me, appena impiantata e contentissima di aver ripreso a sentire. Fu un segnale forte che mi aiutò a credere che potevo riuscire anch'io Così il 7 luglio 1995, all'età di 58 anni fui operato. Il 30 luglio 1995 mi venne applicata la parte esterna dell'impianto (NUCLEUS MINISYSTEM 22) consistente nell'elaboratore della parola, il microfono direzionale e il trasmettitore . Avendo conservando negli anni la memoria uditiva, con meravigliosa sorpresa sentii subito la voce di mia moglie. Non dovetti sottopormi a lezioni di logopedia. Perfezionai taluni suoni con l'aiuto dei familiari e gradatamente cominciai pure ad usare il telefono. Ripresi i contatti sociali, presenziando a riunioni e conferenze e seguire i programmi televisivi e radiofonici. A settembre del 1995 ripresi il lavoro, accolto festosamente in Azienda, come fossi un miracolato. Avevo già maturato l'età pensionabile ma proseguii il lavoro ancora per due anni e successivamente ancora un anno come consulente. In questo tempo ebbi modo di perfezionare il mio impianto.
Impianto Cocleare Nucleus Minisystem 22
Richiamando la tua risposta precedente, fa piacere constatare che è stata anche una testimonianza a far maturare la tua decisione. Successivamente è capitato anche a te di "fare rete" e aiutare un candidato all'intervento nella difficile decisione?
Nel 1995 dopo il felice esito del mio intervento scrissi una lettera spiegando il mio caso e parlando dell'impianto cocleare. La mia lettera venne pubblicata su tre giornali: La Stampa (rubrica Specchio dei tempi) sul notiziario ANLA (Associazione Nazionale Anziani di Azienda) e Famiglia Cristiana. Ebbi contatti con una cinquantina di persone da tutta Italia. Mi telefonano e alcuni vennero a casa mia per rendersi conto di che cosa si trattava.. Tra questi venne pure da Firenze un professore di scuola che aveva 50 anni. Non sapeva usare la lettura labiale non conosceva l'alfabeto dei segni. Feci a lui tutta la spiegazione per scritto poi lo accompagnai alla stazione per il suo ritorno a casa. Mi disse che si sarebbe fatto operare a Firenze. Dopo qualche giorno mi telefonò la sorella dicendomi che il professore era rimasto tanto persuaso della mia spiegazione e si sarebbe fatto operare anche lui a Torino da Solero. Cosi capitò! Venne a Torino ed io lo seguii nei giorni di degenza. Anche per lui fu un successo. Abbiamo mantenuto il contatto per qualche anno poi ne ho perso la traccia."
E poi, raggiunta la meritata pensione…..
Raggiunta l'età della pensione nel 1997 potei finalmente dedicarmi alla pittura che era stato per tanti anni l'occupazione delle mie ore libere. Con disinvoltura ho ripreso contatti con altri pittori, con enti pubblici e privati che mi offrivano la possibilità di esporre le mie opere. L'impianto cocleare mi permette di intrattenere con facilità e con piacere i visitatori delle mie mostre.
Naturalmente la tecnologia ha continuato ad evolversi, sicuramente il Nucleus Minisystem 22 non è poi stato l'unico processore esterno che hai utilizzato.
Successivamente la parte esterna dell'impianto mi venne sostituita prima con il Mod. NUCLEUS FREEDOM e da due anni sto usando il Mod. NUCLEUS CP910.
Impianto Cocleare Nucleus 6 - CP910
E sempre a proposito dell'evoluzione della tecnologia, utilizzi ausili aggiuntivi che ti facilitano l'ascolto nella tua vita quotidiana?
Per migliorare la conversazione in ambiente rumoroso sono dotato di Cochlear Wireless Mini Microphone e per ricevere il suono direttamente dalla TV uso Cochlear Wireless TV Streamer.
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