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APIC Associazione Portatori Impianto Cocleare

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L'impianto cocleare

 

Premessa

Il concetto di sordità comprende molti aspetti ma l'idea comunemente diffusa è quella secondo cui è la quantità di udito a venire compromessa: questo è vero solo parzialmente.

In realtà le difficoltà provocate dall'abbassamento uditivo sono legate anche ad una alterazione della qualità del sentire, per cui la capacità di ascolto varia a seconda dell'ambiente in cui si trova, del tipo di segnale acustico e soprattutto del suo contenuto.

È a questo riguardo che deve essere ben chiara la distinzione fra sentire e capire: un conto è accorgersi di un campanello che sta suonando, tutto un'altro una frase, seguire un discorso magari pronunciato in ambiente rumoroso.

La comprensione del linguaggio è un processo molto complicato che chiama in causa le funzioni neurologiche più complesse del sistema nervoso centrale, per cui il suo miglioramento non è tanto legato al parlare forte ma piuttosto al parlare chiaro.

La maggior parte delle sordità ha a che fare con questo tipo di problemi che, in modo maggiore o minore, sono corrette mediante la protesizzazione acustica tradizionale: non sono questi i soggetti che possono beneficiare dell'impianto cocleare.

I candidati a questo tipo di trattamento sono da ricercare in due tipologie di pazienti:

  1. adulti che non sentono e non capiscono pur avendo tentato di correggere questa situazione con diversi tipi di protesi;

  2. bambini che nascono sordi o lo diventano nei primi anni di vita con tutti i problemi di sviluppo del linguaggio che ne derivano.

 


 

Il nostro orecchio

L'udito è una complessa funzione sensoriale del nostro organismo, formata da un complicato sistema di strutture ossee, cartilaginee, muscolari e nervose. Il nostro orecchio può essere grossolanamente diviso in due parti: una parte, più esterna (formata dall'orecchio esterno e dall'orecchio medio) che funziona meccanicamente e che capta i suoni dell'ambiente e li trasferisce alla parte più interna (orecchio interno) che prima trasforma l'energia meccanica del suono in impulsi nervosi e successivamente li trasferisce alla corteccia cerebrale il cui compito è quello di comprendere e di dare un significato al messaggio sonoro.

Lo schema seguente rappresenta l'anatomia del nostro orecchio.

 


 

Come è fatto e come funziona

Consiste di due parti:una che viene posizionata nell'orecchio con intervento chirurgico (ricevitore ed elettrodi) l'altra (processore) che portata esternamente dietro il padiglione auricolare o, tramite collegamento a filo, indossata seconde i gusti del paziente.

La figura seguente rappresenta le parti esterne di un impianto cocleare con processore retroauricolare.

L'impianto cocleare non è una protesi acustica, ma n sistema complesso che raccoglie i suoni dall'ambiente che ci circonda e genera dei segnali elettrici opportunamente codificati da inviare al nervo e quindi trasferiti alla corteccia cerebrale.

I suoni sono raccolti dal microfono sistemato sopra l'orecchio e vengono inviati al processore che effettua le complesse operazioni di codifica, cioè di trasformazione e generazione di n segnale da inviare alla parte interna.

Questa, che prende il nome di ricevitore, è situata sotto la cute nell'osso che si trova dietro all'orecchio e da li, a sua volta, inviata agli elettrodi che sono infilati nell'orecchio interno, dove si trovano le strutture sensoriali (le cellule acustiche).

L'alimentazione è fornita da vari tipi di pile che vengono cambiate periodicamente (come le comuni protesi acustiche) ed esiste una serie di accessori dedicati agli impieghi più diversi, come l'ascolto di musica tramite lettore CD, l'impiego in particolari situazioni ambientali.

Lo schema seguente rappresenta le varie parti dell'impianto cocleare inseriti nella chiocciola.

Come le protesi acustiche tradizionali necessitano di taratura, anche l'impianto deve essere adattato ad ogni paziente tramite il mappaggio, vale a dire la programmazione personalizzata del processore: è un procedimento che richiede del tempo e la collaborazione del paziente.

l miglioramento delle prestazioni uditive avverrà per gradi successivi con mappaggi ripetuti a distanza ravvicinata nei primi tempi di utilizzo e successivamente ad intervalli più o meno lunghi per i controlli di buon funzionamento.

 


 

A chi serve

Bisogna distinguere tra le due categorie di soggetti: adulti e bambini, perchè le modalità di utilizzazione e soprattutto le finalità per cui lo si applica sono completamente differenti.

Adulti

La sordità si è verificata dopo l'acquisizione del linguaggio che, mediamente si completa a 4 o 5 anni di età, e l'impianto ha il compito di far recuperare una funzione che in qualche modo il soggetto ha posseduto per tempo più o meno lungo.

L'entità di questo recupero è variabile e dipendente da molti fattori, tipo, per citare solo i più importanti, la durata della sordità, ;a causa che l'ha provocata, la capacità di sviluppare la lettura labiale (la comprensione delle parole vedendo il movimento delle labbra) e da molti altri fattori non di natura uditiva, tipo la motivazione e l'impegno psicologico che il soggetto è in grado di esprimere per sfruttare le possibilità offerte dall'impianto.

Fondamentale è l'aspetto motivazionale, vale a dire quanto è sentita la necessità di modificare la propria qualità di vita e qual'è il livello di difficoltà che si è disposti ad affrontare per raggiungerla: si può sinteticamente definire un bilancio tra costi e benefici che ognuno deve fare alla luce delle informazioni che ha raccolto sulle possibilità di fare qualcosa per la grave sordità che lo affligge.

Tutto questo fa si che il beneficio e la soddisfazione tratti dall'impianto possano essere importanti, sia nel caso che si acquisiscano delle abilità uditive limitate al riconoscimento di suoni e rumori ed una comprensione della parola aiutata dalla lettura labiale, sia che si riesca a comunicare al telefono e si distinguano sonorità ambientali complesse come la musica.

Bambini

La sordità è insorta al momento della nascita o si è comunque instaurata nei primi 3 anni di vita, impedendo lo sviluppo del linguaggio: in questo caso l'impianto ha il compito di favorirne lo sviluppo mediante una massiccia e prolungata assistenza logopedica (diversi anni).

Deve essere ben chiaro che l'applicazione dell'impianto di per se non è di alcuna utilità se non si è in grado di garantire questo tipo di prestazioni.

La decisione sul fare o meno l'impianto, ovviamente, è basata su diversi fattori che sono condizionati dalla mancanza di collaborazione dell'interessato: diagnostica strumentale, valutazione foniatrica e logopedica, analisi attenta dell'ambiente familiare e sociale in cui il bambino vive.

I risultati che saranno raggiunti in tempi più o meno lunghi dipenderanno espressamente dal poter garantire, prima dell'impianto, che la situazione clinica sia quella che effettivamente necessita di questo tipo di trattamento e, dopo l'impianto, che sussistano le condizioni per realizzare lo sviluppo comunicativo del bambino tanto nell'ambiente sanitario e in quello in cui abitualmente vive (famiglia, scuola, attività ricreative).

 


 

La valutazione pre operatoria

Per sapere se il paziente è un possibile candidato all'impianto cocleare si effettua un ricovero preliminare in cui si studiano gli aspetti clinici generali (lo stato di salute nel suo complesso per stabilire la possibilità di affrontare l'intervento chiruurgico), quelli audiologici, comunicativi e motivazionali (perchè e come si è sordi, quanto il modo di esprimersi e di comprendere è compromesso dal deficit uditivo, le ragioni che spingono il paziente a cercare la soluizione dei suoi problemi).

Il percorso che porta all'indicazione o meno all'intervento è afforontato per gradini successivi, procedendo nelle varie fasi a seconda del risultato ottenuto nella precedente.

È fondamentale che in questo procedimento vengano coinvolti i parenti dell'interessato o comunque coloro che hanno con lui contatti abituali di vita, qualunque sia l'età del soggetto.

In genere si arriva ad una decisione positiva dopo diverso tempo e solo quando l'equipe medica che ha seguito il caso sia assolutamente certa che l'interessato e i familiari abbiano ben chiari vantaggi e limiti, rischi e benefici di questo tipo di trattamento terapeutico.

È facile quindi capire come nel caso di impianto cocleare del bambino tutti questi aspetti devono essere studiati con particolari modalità, sia per mancanza di collaborazione da parte dell'interessato sia perchè l'aspetto motivazionale deve essere discusso con i genitori.

Tutti gli accertamenti pre operatori eseguiti non consentono di prevedere con precisione i risultati dell'impianto; essi infatti dipendono da molti fattori che ineteragiscono tra di loro, la cui valutazione globale permette solo di avere un'indicazione di massima sul possibile esito dell'impianto.

Successivamente, dopo un ultimo colloquio tra il paziente, i familiari ed i medici, se tutto è favorevole all'impianto si programma il ricovero per l'intervento.

 


 

Il ricovero e l'intervento

La permanenza in ospedale è, in media, di circa due/tre giorni, non è richiesta assistenza particolare (ovviamente nel caso dei bambini è necessaria la presenza di un genitore o di chi ne fa le veci, purchè sia sempre solo una persona per volta).

Il giorno prima dell'intervento si effettua la rasatura del cranio (meglio se totale, ma comunque mai meno della metà del lato da impiantare).

L'intervento si effettua in narcosi e dura da due a oltre tre ore, a seconda della situazione clinica, l'incisione si trova dietro il padiglione auricolare e sulla porzione laterale della testa.

Il paziente può alzarsi 24 ore dopo l'intervento, se non comporta particolare dolore o disagio; nei giorni successivi può essere presente un lieve stato vertiginoso, comunque dominabile e destinato a sparire entro poco tempo.

I punti di sutura sono tolti in settima o ottava giornata, con la successiva dimissione: a casa il paziente se ne starà tranquillo per circa dieci giorni e tornerà quindi a fare controlli ambulatoriali periodici fino al momento dell'attivazione dell'impianto.

 


 

Attivazione dell'impianto cocleare

La parte di impianto inserita nell'orecchio - il ricevitore - di per se non può fare nulla: per essere attivo e inviare gli stimoli all'orecchio interno deve essere accoppiato alla parte esterna, il processore. Questo procedimento di attivazione ha luogo quattro o cinque settimane dopo l'intervento, per consentire una reintegrazione anatomica delle parti interessate.

In questa occasione si effettua quindi il primo mappaggio ed è solo allora che il paziente avvertirà le prime sensazioni uditive. La sensazione che ne deriva è molto variabile da soggetto a soggetto e non è raro che possa essere deludente: il clima di aspettativa che si crea in precedenza può provocare questa reazione che però non deve assolutamente preoccupare. Infatti nelle settimane successive, col miglioramento del riconoscimento di suoni e rumori, sia con l'uso continuativo che con successive sessioni di mappaggio, la resa dell'impianto si incrementa notevolmente. La velocità di apprendimento è ovviamente variabile in dipendenza di numerosi fattori (clinici, comportamentali, ambientali): ed è per questo che si preferisce assistere il paziente impiantato con un periodo di rieducazione logopedica specifico.

Tutto ciò per quanto riguarda il paziente adulto post linguale. Nell'impianto del bambino tutto deve essere condotto secondo criteri totalmente diversi, sia come modalità sia come tempi di esecuzione, ovviamente molto più lunghi e che comunque vanno discussi con i medici e i tecnici della riabilitazione.

 


 

Dopo l'impianto

Trascorso un adeguato periodo di convalescenza il paziente sottoposto ad impianto cocleare può riprendere la vita normale.

Può effettuare un'attività sportiva a patto che questa non lo esponga a rischio di traumi del capo (calcio, lotta, ecc.), in alcuni casi è necessario togliere l'impianto (nuoto).

L'impianto cocleare in teoria dura per tutta la vita del paziente, il materiale che costituisce la parte impiantata non è soggetto ad usura.

La necessità di dover sostituire la parte impiantata è un'evenienza rara che può essere dovuta alle conseguenze di un evento traumatico o ad eventuali rotture.

Dopo l'intervento chirurgico sarà fornito al paziente un tesserino da esibire in alcune circostanze al fine di evitare conseguenze spiacevoli in alcuni casi:

  • antifurto e sistemi metal detector: tali sistemi producono dei campi magnetici elevati e passare in loro vicinanza può essere causa di disturbo; i componenti dell'impianto possono attivare i sistemi di metal detector;
  • viaggi aerei: alcune compagnie aeree chiedono di spegnere ogni dispositivo elettronico, a volte solo durante le fasi di decollo e atterraggio (l'impianto cocleare è un dispositivo elettronico e quindi va spento);
  • interventi chirurgici: l'utilizzo di alcuni strumenti chirurgici in vicinanza dell'impianto può causare dei danni all'impianto; le comuni attrezzature delle sale operatorie attuali permettono al chirurgo di ovviare al problema utilizzando strumenti potenzialmente non dannosi;
  • accertamenti diagnostici: in generale non vi sono problemi salvo in occasione di esami particolari come la risonanza magnetica nucleare per cui è sufficiente segnalare al personal medico e tecnico la presenza di endoprotesi elettroniche per sapere come comportarsi.